Il Museo del Vino. L’idea prende corpo con un convegno intenazionale

Oggi alla Camera di Commercio, organizzato dalla Fondazione Museo del Vino, s’è discusso della possibilità sempre più concreta di costituire un Museo del Vino a Verona. 

Promossa dall’assessora al Turismo, Marta Ugolini  si è svolta “International Conference on Wine Museum” primo evento che illustra le più importanti esperienze museali internazionali dedicate al vino.

L’idea del Museo del Vino a Verona è stata lanciata qualche anno fa da Enrico Corsi, consigliere regionale della Lega. Idea che ha trovato subito larghi consensi: il vino è una delle più importanti voci per l’economia, ma anche per la cultura del territorio veronese. La produzione vinicola, di qualità e di quantità, l’indotto legato al settore, il turismo enogastronomico, la candidatura a patrimonio universale Unesco della tecnica di produzione del Recioto e dell’Amarone della Valpolicella, la presenza ed il successo del Vinitaly sono altrettanti motivi affinché a Verona sorga il Museo del Vino. A Bordeaux c’è, ha avuto un enorme successo ed è stato un volano economico per tutta la regione.

museo vino

Perchè allora a Verona no?

Ed è su questo tema che oggi si sono confrontati coloro che possono essere attori nella costruzione di questa iniziativa per fare il punto sulla situazione internazionale e nazionale dei musei del vino.

Roberta Garibaldi, presidente del comitato scientifico del Museo del Vino, ha fatto presente come ormai l’interesse della gente per l’enogastronomia implichi anche l’approfondimento sugli aspetti culturali legati ai temi del vino e del cibo.

Marta Ugolini ha sottolineato il fatto, che pochi conoscono, che il 15% di tutta la produzione vitivinicola del valpolicella avviene nel territorio del comune di Verona. Questo, unito all’enoturismo, è il motivo per il quale l’amministrazione comunale guarda con molto interesse alla possibilità che un Museo del Vino possa nascere nella nostra città.

Per Paolo Borchia l’idea sarebbe il fiore all’occhiello per la Verona del vino e per Alberto De Togni, presidente provinciale di Confagricoltura, potrebbe essere il punto di riferimento per tutto l’agroalimentare del territorio, ed anche gli altri settori del mondo agricolo potranno beneficiare dell’esistenza del Museo, magari spero anche ad altri prodotti.

Paolo Arena, presidente di Confcommercio ha ricordato come a Bordeaux il Museo del vino porti ogni anno nella città francese circa 500 mila visitatori paganti. E’ evidente il vantaggio economico che ne deriverebbe anche per Verona attirando una tipologia di turismo che oggi non abbiamo, specie dando al  Museo una dimensione internazionale. 

Silvia Nicolis, vice presidente di Musei Impresa, si augura che l’iniziativa si traduca in un vantaggiai economico per tutta la città. Per Roberta Bricolo, presidente di Avive, l’associazione dei vini veronesi, che rappresenta tutti i consorzi vinicoli di Verona e che è tra i soci fondatori della Fondazione Museo del Vino, sottolinea la necessità che il museo si collochi su un livello internazionale. Il vino dovrà essere presentato anche nel suo aspetto culturale, parlando della sua storia e avvalendosi anche di tutte quelle possibilità che oggi ci offre la tecnologia.

Christian Marchesini, presidente del Consorzio Valpolicella, prende spunto dalla presenza di numerosi ospiti internazionali e mette in guardia da un possibile errore. “Lo dico da veronese, da presidente del Consorzio Valpolicella: non facciamo l’errore di dare al Museo un taglio troppo veronese, che potrebbe limitare la portata dell’iniziativa. Il Museo del Vino dovrà avere una dimensione non solo italiano, ma internazionale. E’ una scelta indispensabile per dare ad esso una prospettiva di lunga durata”. 

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