Patologie oculari in aumento. Per preservare la vista dopo i 40 anni meglio una visita ogni due anni

Le patologie oculari sono in aumento. Ma si possono prevenire o contenere. Per questo motivo, ogni anno il secondo giovedì di ottobre, OMS e Agenzia Internazionale per la Prevenzione della Cecità (IAPB) promuovono la Gionata mondiale della vista, con lo scopo di richiamare l’attenzione sul tema.

Quest’anno il focus è sulla salute dell’occhio nei luoghi di lavoro per prevenire le malattie.

Per gli adultiPer preservare la vista durante il lavoro è fondamentale utilizzare dispositivi di protezione oculare per l’infortunistica (nel caso di lavori manuali), mentre è altrettanto importante fare intervalli periodici di ‘riposo’ degli occhi per chi lavora al videoterminale. Il computer è particolarmente stancante per la vista però bastano interruzioni di 5 minuti ogni due ore

Per i bambini: al massimo un’ora al giorno per l’utilizzo di cellulari e tablet perché possono aumentare il rischio di miopia.

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Prevenzione alle patologie della vista

Per i bambini, il primo screening viene fatto dal pediatra di libera scelta, attraverso il cosiddetto test del riflesso rosso che va ad escludere la presenza di cataratta congenita o di patologie retiniche. I pediatri fanno i regolari controlli con i bilanci di salute periodici ed eventualmente inviano alla visita specialistica ospedalieri i pazienti con sospette patologie oculari congenite o ereditarie.

Per gli adulti, la prevenzione consigliata è una visita oculistica ogni due anni dopo i 40 anni soprattutto per il rischio di glaucoma, una malattia asintomatica che se non diagnosticata può portare alla cecità nel giro di 15/20 anni. In generale, si stima che ci sia stato in incremento delle miopie dovute al Covid per effetto della vita totalmente al chiuso. 

L’Unità operativa oculistica dell’Aoui diretta dal professor Giorgio Marchini è una realtà specialistica di 2° e 3° livello con una equipe di 14 oculisti specializzati nei singoli settori.

Il prof Marchini è il chirurgo con maggior fama nazionale per la chirurgia del glaucoma, ma il reparto da lui diretto ha all’attivo numerosi campi di intervento di alta professionalità. 

È Centro di riferimento nazionale per i trapianti corneali e utilizzo di cellule staminali limbari e Centro di riferimento nazionale per le tecniche chirurgiche del glaucoma

Fra i trattamenti di alta specializzazione ci sono anche la chirurgia retinica e le patologie retiniche come la retinopatia diabetica o la degenerazione maculare, che hanno un trend di incidenza in aumento tale da diventare sempre più un elemento di ‘sanità sociale’. 

Solo a Verona e provincia si stima che siano 10 mila i diabetici che nel 6% dei casi sviluppano retinopatie e che ogni due anni devono fare l’esame del fondo dell’occhio. Il reparto di Borgo Roma fa 7.000 interventi l’anno, fra cui 3.500 cataratte, 400 glaucomi e circa 120 trapianti di cornea o parti malate della cornea.  

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A Borgo Trento, Ospedale della donna e del bambino, è attiva l’Unità che è Centro di riferimento regionale per l’oftalmologia pediatrica e la retinopatia del prematuro. Qui vengono visitati 6.500 bambini l’anno, alcuni affetti da patologie rare, come la cataratta congenita, la patologia del nervo ottico, la retinopatia del prematuro, malattia molto rara ma di una gravità estrema se non trattata.

Callisto Bravi: “L’azienda ospedaliera assolve alla funzione di reparto d’eccellenza chirurgica e ad alta specializzazione. Pensiamo ad esempio a tutta l’attività della maculopatia degenerativa che, in alcuni casi, è seguita mediante le cosiddette iniezioni intravitreali per prevenire questa degenerazione, oppure alle cataratte sempre più in aumento e legate all’invecchiamento della popolazione.”.

Prof Marchini: “Noi siamo centro di secondo e terzo livello per la cura di malattie importanti: cornea, retina, glaucoma e cataratta. Mentre la cataratta è emendabile, le altre tre patologie possono dare situazioni così gravi che se non vengono risolte in tempo possono comportare la perdita della vista. Anche per le patologie oculari rare dei bambini. Siamo molto attivi anche nella ricerca, abbiamo applicato cellule staminali per la ricostruzione della superficie dell’occhio e programmi di ricerca per le coree artificiali. Insomma, facciamo cose che altri non fanno”.

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