La sanità non è più il fiore all’occhiello del Veneto. Delusione dal sondaggio Cisl

Secondo un sondaggio commissionato dalla Cisl alla Fondazione Corazzin i veneti pensano che la sanità, che fino a qualche anno fa era un fiore all’occhiello del Veneto di cui andare orgogliosi, è peggiorata.

Sanità Veneto. Sondaggio Cisl

La ricerca, presentata a Mestre ieri, ha interrogato 3.527 persone da giugno ad agosto fra lavoratori, pensionati, studenti e disoccupati che si sono rivolti al sindacato. Gli intervistati riconoscono che alcun i servizi funzionano bene ma il sentimento che prevale e delusione e rabbia anche perché non ci sono gli strumenti per far sentire la voce dell’utenza.

I dati del sondaggio

Per 7 veneti su 10 il servizio sanitario regionale negli ultimi due anni è peggiorato. A determinare questo parere le liste d’attesa, la diminuita qualità, le difficoltà nella presa in carico, debolezza dei servizi territoriali.

L’89% ha dichiarato di aver richiesto negli ultimi 12 mesi prestazioni al servizio pubblico e al privato convenzionato

Il 74% al privato, considerato però che un cittadino può essersi rivolto a entrambi.

Il 59,1% di chi ha avuto un intervento chirurgico è stato soddisfatto.

Sanità Veneto. Sondaggio Cisl

Positivo anche il giudizio sui servizi di prevenzione e vaccinazione (58,9%), sul medico di famiglia (57,5%) e sul Day Hospital (55%).

Il 67,2% giudica negativamente il servizio di Pronto Soccorso per i tempi troppo lunghi dell’attesa, gli Ospedali di Comunità (57,6%), l’assistenza infermieristica domiciliare (54,7%) e le visite specialistiche (53,6%).

Per il 68,4% i tempi non sono stati “corretti” rispettosi di quanto previsto dall’impegnativa. Per il 31,6% i tempi sono stati “corretti”. 

Il 47% è “completamente insoddisfatto” del tempo intercorso tra l’impegnativa e l’esame. Solo il 5,1% è “molto soddisfatto”.

Sanità Veneto. Sondaggio Cisl

I ritardi superano i 3 mesi per il 62,7% Per l’8,9% il ritardo è entro un mese.

A causa delle liste d’attesa il 72,7% ha scelto prestazioni a pagamento. Addirittura l’85% negli ultimi dodici mesi, sia nel pubblico che nel privato, spendendo più di 100 euro per l’87,1% e più di 500 euro per il 20%.

Il 22,7% ha scelto un servizio a pagamento rispetto a uno convenzionato per potersi scegliere il medico, il 14,8% convinto che nel sistema sanitario pubblico non sempre ci sia qualità, il 14,4% perché non trovava la prestazione richiesta nel ‘pubblico’, il 4,4% per la lontananza della sede prevista per la prestazione. Il 3,6% ha rinunciato alla prestazione a pagamento per il costo.

Bene la sanità privata

Positivo invece il giudizio sulla sanità privata. Il 72,3% è molto soddisfatto delle visite specialistiche,  degli esami diagnostici (71%), degli interventi chirurgici (66,2%).

Il 72,79%, pensa che si stia favorendo il privato a scapito del pubblico.

Le conclusioni

Gianfranco Refosco, segretario generale di Cisl Veneto ritiene che si deva “intervenire subito per arrestare il trend di criticità del sistema, ma anche per invertire la rotta di quel malessere diffuso e della mancanza di fiducia verso la sanità pubblica”.

Anna Orsini, presidente di Fondazione Corazzin osservando che  alcuni “temono lo smantellamento dello stato sociale” rileva che  “in linea generale si osserva che i cittadini riconoscono ancora qualità nel sistema, ma non in tutte le sue articolazioni”.

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