Venerdì gnocolar. Bene la tradizione, ma coniugata con la realtà e le esigenze dell’oggi

Venerdì 17 febbraio a Verona sarà ‘venerdì gnocolar’. E fin qui tutto bene. Una bella mangiata di gnocchi caldi non ha mai fatto male a nessuno. Anzi. E poi fa parte della tradizione secolare della città e del quartiere di San Zeno, geloso custode delle antiche usanze carnevalesche.

Poi c’è la parata dei carri allegorici. E qui meno bene. Anzi, male. A parte i bambini che si divertono a vedere le strane figure  a colori sgargianti che sfilano per le vie del centro, ma lo stesso risultato lo si potrebbe ottenere in altro modo, per il resto sono solo disagi e inquinamento.
Disagi per il traffico, al punto che tanti sono costretti a sospendere le normali attività per la congestione conseguente alla sfilata.

E poi ci sono i trattori che trainano i carri che girano per ore nel cuore di Verona che impestano  inutilmente l’aria che respiriamo con i gas di scarico dei loro motori diesel. Tra l’altro proprio in un momento come questo, dopo che l’enorme incendio di Arbizzano ha fatto alzare pericolosamente le polveri sottili. Inutile riempirsi la bocca di ambiente se poi si permette ancora questo inutile insulto alla più elementare coscienza ecologica.
Infine c’è la dispersione sul suolo pubblico di coriandoli e stelle filanti, di carta o di plastica, che sporcano la città e costringono l’Amia a un super lavoro. Senza contare che vanno inevitabilmente ad intasare le caditoie, con quel che ne consegue.
Siamo nel terzo millennio. Che bisogno c’è di creare tutto ‘sto casino? La tradizione? Certo, ma declinata ai tempi attuali. Si mangino pure i gnocchi, anche se la tradizione non li vuole conditi con sugo di pomodoro, ma con burro, zucchero e cannella. Ma forse questo non lo sanno proprio quelli che di tradizione si riempiono la bocca. E se proprio si soffre di sfilata compulsiva, tanto da non poterne fare a meno, almeno che i carri vengano trainati non dai trattori, ma da mezzi elettrici: così anche se si crea disagio a mezza città almeno non inquinano.
Intelligente la decisione del Comune di Venezia che ha vietato coriandoli e stelle filanti in plastica e ‘cannoni’ spara coriandoli. Nel provvedimento si evidenzia l’impegno per l’ambiente e il decoro della città. “La dispersione di tali prodotti su suolo pubblico è causa di imbrattamento di calli, campi, strade, marciapiedi, bordi di marciapiedi, caditoie stradali, luoghi pubblici, oltre che di intasamento dei chiusini in caso di pioggia, con conseguente inquinamento ambientale”.  Ai trasgressori multe da 25 a 500 euro.

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