Confartigianato veneta denuncia: cala il prezzo dell’energia all’importazione ma non il costo per famiglie e imprese

A incidere sul bilancio delle famiglie secondo Confartigianato del Veneto è il costo dell’energia, che pesa su tutti i generi di prima necessità, dal cibo al riscaldamento, dal trasporto alla refrigerazione alla produzione. Nonostante la diminuzione dei prezzi all’importazione che sono diminuiti denuncia Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto con alla mano i dati dell’ultimo report dell’osservatorio della sua associazione: “anche in questa fase di discesa dei prezzi nell’import, in Veneto le nostre imprese pagano energia ancora il 65,3% in più rispetto la media del 2021 (+81,8 % in Italia). Imprese penalizzate rispetto ai competitor europei”  dove l’aumento è invece del 43%.

“C’è un paradosso nel nostro Paese: il differente andamento tra prezzi import di energia e costi di elettricità e gas per famiglie e imprese. Anche in questa fase di discesa dei prezzi nell’import, in Veneto, le nostre imprese pagano ancora il 65,3% in più rispetto la media del 2021. E qui le cose stanno andando meglio che nel resto d’Italia. Il nostro differenziale – continua Boschetto- è il secondo più basso dopo quello della Basilicata +53,7% ma, la media, è del +81,8% ed alcune regioni sono oltre il 100%. Quello che ci penalizza di più è il confronto con i nostri competitor europei dove il differenziale si ferma a +43,4%”.

“Ad aprile 2023 i prezzi dell’energia degli ultimi dodici mesi sono del 62,1% superiori alla media del 2021, un divario di oltre venti punti superiore al +40,4% della media Eurozona. In particolare, la dinamica dei prezzi di energia elettrica e gas è del 103,5%, più del doppio del 51,8% della media Uem. Il gap è molto severo per l’elettricità che negli ultimi dodici mesi registra un prezzo del 136,2% superiore alla media del 2021, mentre per l’Eurozona il divario si ferma al 40,8%”.

“Anche valutando i più recenti livelli dei prezzi -sottolinea Boschetto-, nonostante nel corso della crisi esplosa con il conflitto in Ucraina le quotazioni delle importazioni siano salite meno rispetto agli altri paesi europei, l’economia italiana registra una maggiore turbolenza dei prezzi retail di energia elettrica e gas. A marzo 2023 l’Italia importa energia con prezzi del 15,8% superiori alla media del 2021 mentre la quotazione media dell’Eurozona rimane del 42,3% superiori ai livelli del 2021. Il trend si inverte sul mercato al consumo: ad aprile 2023 i prezzi armonizzati dell’elettricità e gas in Italia sono dell’81,8% superiori alla media del 2021, mentre in Eurozona il divario è dimezzato, pari ad un +43,4%”.

“Le imprese e le famiglie venete -conclude il Presidente- pur in una situazione di favore rispetto al resto del Paese, scontano oltre 20 punti percentuali in più nei confronti della media UE. Situazione che amplifica il gap di competitività esploso nella fase acuta della crisi energetica. Ancora una volta l’efficienza straordinaria che gli imprenditori artigiani veneti raggiungono all’interno dei loro laboratori si infrange sulla inefficienza esterna. Questa volta non si tratta di strade ma di una infrastruttura ancora più importante, l’energia”. 

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