Le piogge di fine luglio e agosto salvano il riso della nostra Bassa

Non tutti i mali vengono per nuocere. Le piogge scese con i nubifragi di fine luglio e di agosto, assieme ai danni hanno portato anche qualche beneficio all’agricoltura che l’anno scorso aveva patito per la siccità.

Quella del riso, che notoriamente nasce nell’acqua, è una delle colture che se ne sono avvantaggiate. Dalla prossima settimana a Isola della Scala, patria del Vialone Nano, inizierà la raccolta del riso, che si prevede sarà di buona qualità e in quantità soddisfacente.

Le piogge. Una salvezza per agricoltori

Se gli agricoltori si fossero trovati di fronte ad un’altra estate senza pioggia, sarebbe stato un grosso problema. Soddisfazione quindi fra i risicoltori di quello che è uno dei più importanti prodotti di una vasta area della Bassa veronese.

piogge

E’ andata bene anche per la concorrenza polesana che produce altri tipi di riso: Carnaroli, Arborio, Baldo e Volano. I risicoltori rodigini erano minacciati dalla risalita del cuneo salino dal delta del Po che era risalito lungo il grande fiume per 15 chilometri. Le piogge di questi ultimi giorni d’agosto lo hanno ricacciato verso il mare e così l’acqua dolce, indispensabile per la coltura del riso, è tornata a bagnare le risaie.

Secondo i dati di Veneto Agricoltura, la superficie coltivata a riso nella nostra regione nel 2022 , anno della siccità, era scesa a circa 3.000 ettari, perdendo il 3%.

Il 90% della risicoltura si trova nelle province di Verona, dove le risaie occupano 2.100 ettari e quella di Rovigo dove ne occupano 600. Si calcola che quest’anno la produzione totale potrà raggiungere le 14.100 tonnellate.
   
   

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