Ospedale di Verona: trapianto a cuore fermo più di altri quattro organi

Un nuovo trapianto cardiaco a cuore fermo – con donatore deceduto da oltre 20 minuti – è stato eseguito nell’azienda ospedaliera universitaria di Verona. Normalmente i trapianti sono sempre avvenuti a cuore battente, con espianto dell’organo quando il donatore ha  l’elettroencefalogranmma piatto, cioè dopo che è stata dichiarata la morte cerebrale.
Invece, come nel primo intervento con questa nuova modalità effettuato da Gino Gerosa, cardiochirurgo dell’Università, a Padova a metà maggio, anche nel trapianto avvenuto oggi a Verona è stato utilizzato un cuore che non batteva più da quaranta di minuti, considerati venti minuti di fase pre-agonica e venti di legge dopo la dichiarazione di morte cerebrale. Inoltre, fatto nuovo, i chiurughi hanno prelevato dal donatore ormai deceduto anche i polmoni, i reni e il fegato per reimpiantati poi con successo in cinque pazienti in attesa di trapianto.
I particolari dello straordinario intervento saranno resi noti lunedì, 26 giugno, nel corso di una conferenza stampa nella sede dell’Azienda ospedaliera universitaria di Verona.
Negli ospedali italiani è il quarto trapianto a cuore fermo, dopo i due avvenuti a Padova e uno a Torino.

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