Si chiama Pescantina Domani la buccia di banana che ha fatto cadere Quarella

L’uscita dalla maggioranza di Pescantina Domani è la buccia di banana che ha fatto cadere Quarella. Evidentemente non aveva fatto bene i suoi calcoli ritirando le deleghe all’assessore Nicolò Rebonato. Forse pensava che la cosa si sarebbe fermata lì, come un incidente di percorso. Ma altro che incidente! Il problema è proprio il percorso fatto dal Sindaco in questi quattro anni, che ha avuto il solo risultato di creagli il vuoto attorno.

La dichiarazione di Simeoni

Lo ha spiegato bene nel suo intervento al Consiglio Comunale del 9 agosto Piergiorgio Simeoni, Capogruppo di Pescantina Domani, che ha voluto chiarire che non è un fatto particolare ad averne determinato l’uscita dalla maggioranza. Il problema è tutto politico e sta al di sopra di qualsiasi valutazione amministrativa. 

«E’ venuto meno il rapporto fiduciario, – ha affermato Simeoni annunciando il voto contrario- nel tempo durante il quale, a fronte delle nostre sollecitazioni costruttive nel migliorare l’azione amministrativa, abbiamo trovato esclusivamente la sua incapacità di gestione del gruppo, quanto quella nel perseguire gli obiettivi che ci eravamo prefissati». 

La goccia che ha fatto traboccare il vaso

E il fatto che Quarella abbia fatto fuori l’assessore Nicolò Rebonato, non è stata che la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Un atto di «arroganza- nota Simeoni- che è sfociata come ultimo suo atto nel togliere le deleghe al nostro rappresentante in Giunta».
Una rottura politica in piena regola che, ricorda al Sindaco il capogruppo di Pescantina Domani «avevamo già comunicato per trasparenza che era nostra intenzione non appoggiare più questa maggioranza con le dimissioni imminenti dello stesso Rebonato. Pensavamo potesse essere, chiamiamolo così, un divorzio consensuale. Invece da Padrone quale ritiene di essere ha voluto diversamente».

Una rottura politica che è stata l’inizio di una frana. L’astensione dei due consiglieri di Fratelli d’Italia ha evidenziato che Quarella non ha più una maggioranza. Sorprende che non abbia sentito il bisogno di dimettersi subito. Anche perché, come dice la saggezza popolare, “non si può stare il paradiso a dispetto dei santi”.

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