Addio a Giordano Riello, 97 anni, fondatore di Aermec. Innovazione, etica e passione per i suoi condizionatori

È scomparso a 97 anni nella sua casa di Porto di Legnago l’imprenditore Giordano Riello, uno dei patriarchi dell’imprenditoria veronese e tra i primi produttori di condizionatori in Europa. All’inizio degli anni Sessanta aveva aperto all’interno del gruppo di famiglia la Riello Condizionatori, per poi battezzare nel 1963 Aermec, oggi azienda capofila del gruppo internazionale che porta il suo nome. Alla società che ha sede a Bevilacqua fanno capo sei diversi marchi, sette stabilimenti produttivi e oltre 1800 addetti con quasi 500 milioni di fatturato. Alla famiglia di Giordano Riello e ai dipendenti l’affettuosa vicinanza de L’Adige di Verona.

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(di Stefano Tenedini) “C’è un filo sottile che tiene insieme tutte le stagioni della mia vita: una passione genuina e il gusto di fare le cose che ho sempre desiderato. Ho potuto vivere e lavorare appassionandomi, divertendomi e soffrendone. Ma senza mai annoiarmi”. Si raccontava così, Giordano Riello, in un riepilogo dei suoi pensieri: quasi preparandosi a lasciare una traccia, un’eredità di quelle che segnano un’epoca. Ed è stato davvero così, perché nell’attraversare il Novecento e traghettare nel nuovo millennio questa impresa di famiglia già centenaria Giordano Riello ha preso il meglio dell’innovazione, della ricerca e della curiosità, tenendola insieme con la tradizione delle antiche officine, con l’etica propria di una civiltà preindustriale. Con la voglia – quasi l’urgenza – di fare le cose presto e per bene, senza dare tregua ai concorrenti ma anche senza lasciare indietro nessuno.

Giordano Riello sulla copertina del libro per i primi 40 anni di Aermec

Fra tanti messaggi di cordoglio e di apprezzamento il pensiero più tenero è del nipote e suo omonimo Giordano Riello, ai vertici del gruppo ma anche giovane fondatore di NPlus. “Il tuo ricordo rimarrà eterno, caro nonno, nei tuoi insegnamenti. Ci hai guidato con il tuo esempio sin da bambini, facendoci diventare degli uomini”, lo ricorda. “Guardandoti abbiamo imparato il significato più profondo della parola lavoro. Nelle tue fabbriche hai costruito benessere e sviluppo per le comunità. Il nostro compito sarà quello di mantenere vivo il tuo ricordo attraverso quei valori che sono stati per te guida, riferimento, punti fermi nel cammino della tua vita”.

In Aermec non c’è mai stato il timore di prepararsi al passaggio generazionale, perché nonostante l’età Giordano Riello era ancora e sempre una presenza costante e vivace, nel suo ufficio con una spettacolare vista sui reparti produttivi. Ed era incredibilmente una fonte inesauribile di idee, progetti, ricerche e stimoli al fianco dei figli Alessandro, che già alla guida di Confindustria Verona è oggi il presidente di Aermec, e Raffaella, vicepresidente. Soprattutto l’innovazione è sempre stata in cima ai suoi interessi, come ha dimostrato anche negli ultimi anni realizzando il centro ricerche dedicato alla memoria del padre Raffaello Riello. Una ricerca continua capace di guardare oltre l’orizzonte del quotidiano e rivolta a valutare tecnologie e metodi sì per risolvere i problemi, ma in grado anche di affrontare le sfide globali, soprattutto l’energia e l’impatto ambientale.

Giordano Riello vintage con uno dei primi condizionatori
Il premio della Regione2021 con l‘assessore Elisa De Berti

Interprete autentico del Made in Italy anche grazie all’attenzione al design, orgoglioso della sua terra e protagonista della rinascita del Veneto fin dagli anni Sessanta, nel 2021 ha ricevuto dall’assessore Elisa De Berti il riconoscimento speciale della Regione con questa motivazione: “Capitano d’impresa, protagonista del riscatto e della trasformazione del Veneto da società rurale a realtà industriale avanzata, da terra di povertà ed emigrazione a regione all’avanguardia in Europa e nel mondo”. In quell’occasione ringraziando del riconoscimento disse parole che oggi suonano come un lascito e uno stimolo alle imprese. “Noi vogliamo rimanere un’azienda italiana con una famiglia italiana al suo interno e riteniamo che tutti quelli che cedono le armi, trasferendo la gestione delle loro imprese a grandi gruppi internazionali, concorrano a mettere in liquidazione il sistema industriale italiano, privando le prossime generazioni di certezze e di futuro”.

“Questa preoccupazione mi ha spinto a creare il Centro Ricerche per capire le esigenze di un mondo che cambia e per dare ai progettisti di impianto le informazioni necessarie per sapere che cosa e per chi progettare. Il centro”, aggiungeva, “nasce dalle mie esperienze personali, un mosaico che rappresenta il frutto di tanti anni di lavoro. Credo che gli imprenditori come me, che svolgono il proprio lavoro con gioia e passione, non possano dimenticare il debito di riconoscenza nei confronti di quella terra e di quelle persone che hanno dato loro la possibilità di nascere, crescere e raggiungere traguardi di successo”. Era esattamente la lezione che aveva appreso dall’amato nonno Ettore, che ai primi del Novecento aveva dato vita proprio a Porto di Legnago alla prima officina in quella che nel tempo è diventata la terra dei bruciatori prima e dei condizionatori poi.

Concetti che risuonano oggi nelle parole di commiato del governatore del Veneto Luca Zaia. “È morto una grande innovatore dell’imprenditoria del Veneto, capace di portare la propria azienda e l’intero comparto attraverso decenni di storia, con la sua capacità di produrre nel segno della tecnologia e di una nuova capacità di fare impresa. Il suo impegno sociale è andato di pari passo con la crescita economica. Mancherà molto al Veneto e all’Italia”. Come sottolinea infine Valentino Girlanda, sindaco di Bevilacqua, “Una grande perdita sia imprenditoriale che umana, perché aveva creato sviluppo e portato la cultura del lavoro a tutto il territorio: gran parte delle maestranze provengono dalla Bassa Veronese”.

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