Il sindacato Uil: serve al più presto una revisione del sistema della residenziali degli anziani. E va fatta ascoltando gli operatori del servizio

Le strutture residenziali per anziani – Centri anziani e Case di riposo-,  pubbliche e private, hanno risentito pesantemente della crisi pandemica e della difficoltà di reperimento del personale.
«Come se ciò non bastasse – osserva Stefano Gottardi, segretario generale della UIL FPL di Verona- adesso s’aggiunge la bolletta energetica. Una triplice crisi alla quale si aggiungono la mancata riforma delle IPAB per il settore pubblico e il problema dei molteplici contratti che creano una differenza negli stipendi e nelle regole per il personale, da cui deriva l’aumento dei trasferimenti per la ricerca di un posto di lavoro più remunerativo». 

«Tutto questo – aggiunge il segretario generale del Veneto Mario Ragno- determina difficoltà al sistema e un costo indiretto per le strutture, che vanno a minare il delicato equilibrio che rischia di sgretolarsi se non ci saranno le opportune correzioni che la politica dovrà attuare, come la prevista revisione del sistema pubblico prevista entro fine anno da Zaia che dovrà tener conto dell’apporto delle organizzazioni sindacali per l’attuazione». 

La gestione della non autosufficienza nella popolazione anziana è una condizione che interessa 5 mila famiglie veronesi che hanno un familiare ospitato in struttura. Inoltre sono moltissimi gli anziani che hanno la fortuna di rimanere a casa loro, accuditi dai familiari, magari con il supporto di una ‘badante’. E’ un problema sociale di dimensioni molto vaste, destinato a dilatarsi ulteriormente a causa dell’invecchiamento della popolazione.

I rappresentanti della Uil richiamano l’attenzione della politica sulla necessità di una  trasformazione delle strutture residenziali per anziani in Aziende pubbliche di servizi alla persona, integrandole con i servizi diurni. 

«Le lavoratrici e i lavoratori delle strutture residenziali per anziani veronesi – sottolinea Stefano Gottardi- vanno tutelati, sono una risorsa che si è evoluta nel tempo e che ha dimostrato anche durante la pandemia, con la mancanza di dispositivi di protezione individuali e tra mille difficoltà, di aver mantenuto dignitosamente i servizi». 

«Ora la Regione Veneto – precisa Ragno- non deve riformare le Ipab senza ascoltare chi ha mantenuto questi servizi e il sindacato che li rappresenta, serve una discussione ampia e partecipata per come sostenere le dotazioni organiche ed evitare continue migrazioni di personale, garantendo la sostenibilità economica e sociale. Avevamo già sostenuto prima dell’emergenza le carenze normative e di personale, – continua il sindacalista della Uil- poi manifestatosi nella devastante apocalisse dell’emergenza COVID, riportando all’attenzione di tutti quale fosse la drammatica realtà determinata da dalla carenza di scelte e scarsa capacità di prospettiva futura». 

«La situazione odierna costringe gli enti e le aziende sociosanitarie a ricorrere a liberi professionisti per evitare l’interruzione di pubblico servizio o personale straniero che non sempre ha le competenze adeguate, oltre alla lingua, creando forti tensioni fra lavoratori e un servizio al cittadino non sempre adeguato. Serve  – conclude Gottardi- una revisione del sistema, accompagnata dal sindacato, per evitare ulteriori scontri sociali, per riportare equilibrio e regole precise nel sistema della residenzialità per gli anziani». 

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