Oltre la destra e la sinistra. Nasce anche a Verona ‘Indipendenza’ il movimento di Alemanno

Nasce anche a Verona ‘Indipendenza’ il movimento di Alemanno in un momento in cui si registraun certo fermento nella destra veronese. Oltre ai due partiti principali, Fratelli d’Italia e la Lega, in quest’area, a Verona storicamente numerosa e composita, si sta muovendo qualcosa. Ed ora che la destra ufficiale è al governo del paese e non ha mai avuto tanto consenso, si sta verificando un fenomeno paradossale, ma che in realtà non lo è. Certe certe scelte governative, spesso in contraddizione con gli impegni elettorali e con gli stessi pilastri ideologici della destra politica, hanno generato delle spinte centrifughe.

I delusi della destra di governo

E così i delusi, o più semplicemente quelli che non si riconoscono nella politica della Meloni e di Salvini, cominciano ad organizzarsi, intravvedendo delle opportunità nello spazio lasciato libero dalla destra di governo. Il fenomeno del generale Vannacci, che col suo libro è stato in testa alle classifiche di vendita per parecchie settimane, è l’esempio più noto.

Questo fermento ha manifestazioni sia sul livello nazionale che su quello locale. Oppure su entrambi. Come il movimento ‘Indipendenza’, fondato a Roma qualche settimana fa da Gianni Alemanno, storico esponente della Destra Sociale, già ministro del governo Berlusconi e sindaco di Roma. Questa nuova formazione politica ha una rappresentanza anche a Verona. Per capirne di più L’Adige ha incontrato il responsabile provinciale Nico De Filippi Venezia, storico esponente della destra radicale veronese che da decenni non faceva più politica attiva.

Oltre la destra e la sinistra. Nasce a Verona ‘Indipendenza’

Che cos’è che ha fatto scattare in lei la voglia di tornare a impegnarsi in politica dopo tanti anni?
«Cento anni fa in Europa sono nate delle dottrine politiche, come il socialismo, il comunismo e il fascismo, che avevano come scopo il bene del popolo. Le contrapposizioni di allora hanno portato alla 2^ guerra mondiale e alla successiva guerra fredda. Dalla caduta del Muro di Berlino l’Europa è nelle mani di poteri lobbistici che hanno perso di vista l’interesse della gente.

Oggi Bildelberg, Council of Foreign Relations, Davos, Forum Ambrosetti e altri gruppi determinano la politica degli stati. In tutto l’occidente come in Italia. E questo è contro l’interesse della gente ed è il contrario del mondo che ho sempre sognato». 

Che cos’è che ha condiviso di più del progetto di Alemanno?
«La visione politica di un mondo al di fuori dell’attuale schema destra/sinistra che oggi vige in occidente. Dove sia la destra che la sinistra rispondono ai diktat del mainstream e delle lobbies. 
E dove anche un dialogo con il comunista Rizzo diventa comprensibile. Trovo molti più punti in comune con la politica sociale di Rizzo, che con il partito della Meloni oggi completamente asservito agli interessi americani. E proprio per questo il movimento che abbiamo fondato qualche settimana fa si chiama Indipendenza».

E’ difficile scardinare dalla politica lo schema destra/sinistra, entrato ormai a far parte del linguaggio comune?  Viene compreso il vostro messaggio?
«La grande stampa omologata ha deciso di ignorare tutto quello che si sta muovendo al di fuori delle attuali logiche di potere. Ma nonostante sia particolarmente difficile comunicare il nostro messaggio, stiamo riscontrando in tutt’Italia come a Verona molto interesse».

Chi sono quelli che aderiscono a ‘Indipendenza’?
«Stanno venendo con noi i delusi dalla politica della Meloni e di Salvini; quelli, come me, che non facevano più politica da tanti anni perché non vedevano un progetto politico realmente rivolto al sociale e, ed è questa la novità, aderiscono anche donne e uomini di sinistra e anche di altri gruppi senza una particolare matrice che vedono nel nostro progetto l’autentica novità della politica italiana».

Quindi la collocazione del nuovo movimento non è alla destra di Fratelli d’Italia e della Lega?
«No. Nè a destra né a sinistra, ma in una nuova visione che vuole accerchiare i poteri che hanno espropriato il popolo della sua sovranità».

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