Pellissier presenta la sua “Clivense”. Altro nome e altri colori perché è un’altra cosa dal Chievo della favola.

Questa mattina – qui il nostro video – al Payanini Center Sergio Pellissier,  ex capitano e bandiera del Chievo, ha presentato il progetto FC Clivense, di cui è presidente e fondatore assieme a Enzo Zanin. Il nuovo club, che giocherà in Terza Categoria, ma che punta ad entrare nel calcio professionistico già dall’anno prossimo, nasce con l’obiettivo di sintetizzare tutto il bello che uno sport come il calcio deve e può dare. E’ un progetto di sostenibilità, finalizzato a dare ai ragazzi che ne faranno parte principi e idee fondamentali per non perdere mai lo spirito di squadra e aggregazione. I colori sociali sono Bianco e Blu. Il marchio utilizza questi due colori, girando su elementi vintage e geometrici atti a creare un nuovo valore identitario. La forma dello scudetto è filettata di Giallo, il secondo colore della città insieme al Blu, e contiene due elementi in amaranto recuperato dalla tavolozza storica che ricorda la cromia della diga, uno dei simboli del quartiere e un pallone da calcio retrò. Così Pellissier ha dribblato ogni possibile polemica da parte di Campedelli, che dal canto suo aveva fatto sapere che nessuno avrebbe potuto usare il marchio “Chievo”.  Importante la presenza del sindaco Sboarina al quale il Presidente ha chiesto di intervenire presso la Figc per poter accedere alla serie D fin dal 2022. Pellissier ha tenuto a precisare che si tratta di una nuova impresa.

«Per questo motivo – spiega Sergio Pellissier, – non voglio parlare di una favola che continua.  Non è una ripartenza, ma una partenza. Questa sarà la nostra storia, una storia diversa, la storia di chi vorrà esserci con un’idea precisa di calcio. Il calcio quello bello passa per i ragazzi che credono sempre di arrivare a calcare i campi da gioco più prestigiosi e importanti. Noi dovremmo essere bravi e capaci di insegnare il gioco del pallone, per provare a portare tutti in prima squadra. È un ideale, lo so bene, ma questa società deve saper sognare.» L’obiettivo è creare una società all’inglese, con un collegamento strettissimo tra la prima squadra e giovanili: «Le giovanili arriveranno, e anche la scuola calcio. Quest’anno non abbiamo avuto il tempo fisico e piuttosto di fare le cose male, abbiamo preferito rimandare, ma stiamo già lavorando ad un bellissimo progetto. Intanto stiamo pensando a dei corsi di perfezionamento tecnico da tenere durante quest’anno. Perché se vogliamo che questo progetto funzioni dobbiamo investire nella scuola calcio. Il sogno è quello di avere un settore giovanile e uno stadio di proprietà, magari grazie ad un progetto legato alla sostenibilità. L’importante sarà creare un gruppo di persone brave, capaci e soprattutto molto motivate”.

Il progetto economico è alla base di tutto “Noi – spiega Pellissier – vogliamo attuare un progetto che abbia basi solide, che guardi ai prossimi cinque anni, che non debba vivere sul momento e sulle singole necessità. Stiamo preparando un progetto sostenibile e maturo, dove il denaro è uno strumento di crescita e dove è necessario investire consapevolmente, a piccoli passi, e sulla base di una programmazione seria”. La città: «“Vogliamo essere una società legata a doppio filo col territorio – continua Pellissier – e il territorio significa persone: le persone che tifano, ma anche tutte coloro che capiscono l’importanza di un progetto così bello. Vorrei iniziare fin da subito un dialogo con le imprese della nostra città per costruire con loro un processo che non sia solo investimento e sponsorizzazione, piuttosto un cresciamo insieme. Recuperiamo aree insieme, usiamo il calcio per essere presenti laddove ci siano, per esempio, aree da ristrutturare, o progetti legati alla città e ai ragazzi che la abitano».

Gli investimenti: «“Abbiamo fatto tutto di corsa, perché il tempo è stato tiranno. Ma siamo convinti di essere sulla strada giusta. Vogliamo presentare il nostro piano agli stakeholder della città, ma non solo. Vogliamo essere attrattivi, proprio perché consapevoli di quanto sia importante il nome di questa società».

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