Unesco. Per Verona una candidatura è sufficiente 

Una candidatura veronese a patrimonio Unesco è sufficiente.
Una decina di giorni fa il fossile di un pesce vissuto 50 milioni di anni fa trovato nella ‘Pesciara’ di Bolca, è stato dedicato a Zaia col nome scientifico di Zaiaichthys postalensis’. Con l’occasione il presidente del Veneto aveva lanciato la candidatura a patrimonio materiale Unesco dell’Umanità dei giacimenti di fossili a Bolca. Un normalissimo assist, apparentemente. Un grazie per il fatto che il pesce era stato ‘battezzato’ col suo nome. O forse perché con il pesce ci sta meglio il Prosecco

Candidature Unesco. Per Verona una è sufficiente 

Forse però Zaia s’è dimenticato che c’è già, e per di più in stato avanzato, una candidatura come patrimonio immateriale Unesco del Consorzio Tutela Vini della Valpolicella della tecnica della messa a riposo delle uve per fare il Recioto e l’Amarone, uno dei più grandi vini rossi d’Italia. E non solo. Candidatura che ha già superato diversi filtri e per la quale ora manca solo l’approvazione del Ministero della Cultura. Dopodiché sarà inoltrata a Parigi, alla sede centrale Unesco, per la decisone finale.

I siti Unesco in Italia

E’ bene sapere che l’Italia nel mondo è il paese che ha più siti Unesco: 59 per la precisone. Segue la Cina, che però è enormemente più grande, con 57. Il Veneto ne vanta 9. Quello della Valpolicella sarebbe il decimo. Conto tondo. Di norma ogni anno l’Italia porta a casa 3 riconoscimenti: uno per quel che riguarda il patrimonio materiale, una per quello immateriale ed un terzo per le pratiche tradizionali, come ad esempio il ‘Tocatì’.

Candidature Unesco. Per Verona una è sufficiente 

E’ abbastanza intuitivo che se già è in fase avanzata l’iter per il riconoscimento della tecnica Valpolicellese è impensabile che il Veneto possa ottenerne un altro per Bolca. A meno che non si pensi di sostituire il primo con il secondo.

Ma questo sarebbe un grave errore. Primo, perché sarebbe assurdo penalizzare la candidatura che ha ottenuto già più approvazione popolare. Secondo, perché sia da un punto di vista culturale che antropologico la valenza della patrimonializzazione Unesco proposta dalla Valpolicella è decisamente superiore a quella di Bolca.

Candidature Unesco. Per Verona una è sufficiente 

Basti pensare all’immagine che ha oggi il vino, al peso che ha l’eno-gastronomia sull’incoming turistico, alla ricaduta economica sul territorio che è provato essere di un 30% di quello che già pesa il business esistente attorno al settore vitivinicolo. Tant’è vero che – e Zaia lo sa bene- il Prosecco questo riconoscimento l’ha già incassato e che la Marca trevigiana sta già godendo di quei benefici.

Caso ha voluto che la candidatura di Bolca sia già stata bocciata dal Ministero della Cultura. Rimane allora solo quella dell’Amarone e del Recioto.  Allora è assolutamente necessario che la squadra di parlamentari veronesi, che non è mai stata così numerosa ed anche ben posizionata, porti a casa il risultato. 

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