Cala nel 2021 il consumo degli antibiotici in Italia. Il Rapporto dell’Aifa

Dal Rapporto sull’uso degli antibiotici in Italia relativo al 2021 pubblicato dall’AIFA, l’Agenzia italiana del farmaco, il 3 aprile, emerge un dato positivo: il calo nei consumi del 3,3% rispetto all’anno precedente. Il periodo considerato è sempre condizionato dalla pandemia, tuttavia una diminuzione c’è, anche se in Italia ne consumiamo sempre più della media europea. Nel primo semestre del 2022 c’è invece un’inversione con un aumento.
Il maggior consumo che si verifica nel nostro paese molto verosimilmente  è dovuto all’inappropriatezza prescrittiva. Molte volte gli antibiotici vengono prescritti senza che ce ne sia bisogno reale, e questo conduce ad un problema piuttosto grave, che è quello dell’antibiotico-resistenza. Fenomeno che impone il monitoraggio del consumo di questi farmaci che si fa sul territorio, compresi quelli ad uso veterinario, usati negli allevamenti di bestiame e di pollame, che hanno una parte non irrilevante nel generare batteri che resistono agli antibiotici.
Il 24% degli italiani gli antibiotici preferisce pagarseli di tasca propria senza passare dalla prescrizione del medico di medicina generale, anche se potrebbero averli gratuitamente. Questo è motivato dal fatto che molti antibiotici vengono prescritti da specialisti cui l’utenza del Ssn si rivolge privatamente a causa delle liste d’attesa troppo lunghe. Anche il fatto che l’odontoiatria non sia coperta dal Ssn e che come branca della medicina sia una di quelle ad alto tasso di prescrizione incide su questo fenomeno. Il 76% degli antibiotici viene prescritto all’interno del Ssn.
Il consumo a carico del Ssn è maggiore nelle regioni meridionali.
Il trend dei consumi indica un calo maggiore al Nord (- 6,1%), quasi il triplo di quello avvenuto al Sud.
Nelle prescrizioni prevalgono quelle per gli antibiotici ad ampio spettro, che però sono quelli maggiormente implicati nell’antibiotico-resistenza, mentre bisognerebbe che aumentassero quelle per quelli di prima scelta, ovvero più mirati. Cosa che avviene sempre più frequentemente negli ospedali.

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